“GOD IS A DJ” PILLOLE DI HOUSE MUSIC RACCONTATE DA JOE T VANNELLI: IL MIO PRIMO DISCO DA PRODUTTORE

Nel 1989, in una stanza piccolissima di casa mia, insonorizzata con una tonnellata di piombo oggi proibito e strati di pannelli fono-assorbenti per preservare i suoni bassi, avevo allestito un piccolo studio. Avevo comprato il primo campionatore della Roland, la prima batteria Roland 909, la prima tastiera Korg analogica, ed ero alla ricerca di suoni nuovi per creare le mie prime produzioni house.

Un giorno misi un annuncio su un giornale per scambiare suoni di pianoforte per il campionatore e mi si presentò alla porta Daniele Cicognini, grande pianista. Gli feci ascoltare le prime note di quella che poi sarebbe stata Don’t Deal With Us, e lui me le risuonò con uno straordinario arrangiamento. Decidemmo di coinvolgere il suo amico Fabrizio Spazzini, che lavorava per Canale 5 e che oggi è produttore esecutivo dei programmi di Barbara D’Urso. Mixammo e producemmo il brano nella sua cantina, insonorizzata con centinaia di contenitori di cartone delle uova.

Non essendo ancora iscritto alla SIAE, gli intestai il brano e lo feci poi distribuire da Fabrizio Gatto “Comanchero” e Claudio Ridolfi, in particolare dalla società per cui lavoravano. Successivamente lo ridepositai anche a mio nome, dando vita alla mia etichetta discografica, JT Company. Portai il disco nella versione “Veleno mix” a Leonardo Rececconi, il grandissimo “Leopardo”, e lui mise subito in onda la canzone, creandoci un buzz incredibile. All’inizio degli anni Novanta decisi di lasciare il
mio studio casalingo per andare in Green Studio da Gianfranco Clerici. In quel periodo all’After-
dark mettevo sempre alcune parti vocali della favola di Biancaneve incisa su disco su una base strumentale del telefilm Miami Vice, e la gente ne andava pazza: l’effetto era devastante. Allora riscrissi la colonna sonora e ridoppiai la favola, facendone un brano vero e proprio, ma il disco non venne mai commercializzato, mentre le cassette mixate con quel brano, durante la serata, andavano a ruba.

Dopo aver fatto Top Ten in Inghilterra nella classifica dance con Don’t Deal With Us, mi chiesero di remixare This is Your Life di Banderas. Fu un vero e proprio colpo, feci una versione straordinaria che mi portò a remixare tanti altri gruppi e cantanti internazionali.

Nel frattempo, suonando all’Afterdark, frequentato da personaggi internazionali sempre più popolari, conobbi Janice Robinson, cantante degli Snap. Tramite il suo produttore Lello riuscii a portarla nel mio studio per comporre diversi provini: era una grandissima cantante e compositrice, avevamo un ottimo feeling artistico e, quando venni a sapere che era la figlia di un reverendo, le chiesi di registrare gli arrangiamenti a New York con tutti e trentadue i membri del suo coro gospel.

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