“GOD IS A DJ” PILLOLE DI HOUSE MUSIC RACCONTATE DA JOE T VANNELLI: L’INCONTRO CON KEITH HARING

Un grandissimo artista, che ebbi l’onore di conoscere all’After Dark, locale gay super esclusivo, nel 1989, fu Keith Haring. Amava la musica house, il ballo, ma prima di tutto disegnare; non riusciva a farne a meno. Una sera all’Afterdark mi si avvicinò, impugnò un pennarello e mi disegnò un omino danzante sulla maglietta bianca, all’altezza del mio petto. Non era ancora popolare, eppure avevo riconosciuto in lui un grande artista. Dopo la maglietta, si concentrò su un panno giallo che utilizzavo come frizione per lanciare i dischi in velocità e sul quale c’erano la mia firma e quella del collega dj che si faceva chiamare Miky Mouse. Replicò quindi il Mickey Mouse di Andy Warhol facendone un capolavoro, che oggi custo- disco gelosamente in una teca del mio salotto. Gli feci i complimenti e gli proposi di disegnare qualcos’altro sul retro della mia t-shirt: mi fece un enorme pene con le ali. Quando lo vidi rimasi esterrefatto. Stupidamente non lo apprezzai, ritenendolo prettamente gay, e decisi di vendere la maglietta a Giorgio per duecentomila lire… Fece anche, nella villa dell’Afterdark, un murales, sparito dietro una mano d’intonaco prima della cessione dell’immobile a McDonald’s, che probabilmente ne ignora ancora oggi l’esistenza.

Keith Haring è stato un artista pop art americano che ha raggiunto il successo negli anni ’80. Il suo stile distintivo, caratterizzato da linee nere audaci e colori vivaci, è stato ispirato dalla cultura urbana e dalla street art. Le opere di Haring spesso rappresentavano figure umane stilizzate, animali e simboli, in un linguaggio universale che comunicava idee di giustizia sociale e uguaglianza. Haring ha usato la sua arte per promuovere la consapevolezza sulle questioni sociali come l’HIV/AIDS, la lotta contro il razzismo e l’omofobia. La sua influenza sull’arte contemporanea e sulla cultura popolare è ancora evidente oggi.